Per questo le 15 particelle in cui sono suddivise le vigne della tenuta, vengono trattate ognuna in maniera personalizzata, nel pieno rispetto del microsistema che le caratterizza.
Una visita a Campo alla Sughera è l’occasione giusta non solo per degustare e scoprire, dalla vigna alla cantina, come nascono questi vini unici, ma anche per iniziare a conoscere questa porzione di Toscana e i suoi tesori paesaggistici e culturali.
«Non si può non visitare il MuseM, il Museo Sensoriale e Multimediale del Vino – suggerisce Francesco – 1500 mq distribuiti su 2 piani che garantiscono al visitatore un’esperienza immersiva nel mondo del vino». «Ed una volta all’anno, , quando viene aperta al pubblico il 16 di luglio, arrivare fino alla piccola torre di Castiglioncello. È qui che nasce il mondo del vino di Bolgheri. Ci si arriva a piedi, 9 km in salita partendo dalla Bolgherese ma la vista che si gode da lassù vale tutta la fatica», aggiunge Federica.
Due luoghi diversi ma entrambi intimamente connessi al vino.
Come le ricette di cacciagione, che in queste zone vengono realizzate con una maestria senza eguali e che ben si abbinano ai grandi rossi di queste terre.
Ebbene sì, il segreto dell’eccellenza e dell’unicità di questo territorio è racchiuso in questo mix di sapori, colori, profumi e panorami. Da nessun’altra parte troverete una combinazione così esclusiva.
In fondo quale altro luogo può vantare un Viale dei cipressi talmente iconico come quello che in duplice filar porta da San Guido a Bolgheri?