La Maremma toscana inondata dalla luce del sole e dal vento di mare, così poco abitata e inquinata, è un ecosistema unico: «È questo territorio col suo microclima a determinare come viene coltivata l’uva e ad incidere in modo fondamentale sulla qualità del vino che se ne ricava – continua Alberto.
– Non solo terra e d’aria, ma anche l’insieme di elementi biologici e microbiologici, dai minerali agli insetti, vi partecipa. Tutto è fondamentale per capire cosa la pianta dona all’uva che produce. Nel rispetto di questa unicità, noi gestiamo i 25 ettari della proprietà solo con dipendenti interni. Sono lavoratori che vivono il territorio e sanno come approcciare le piante che ormai conoscono da anni. Si instaura un rapporto di conoscenza in cui l’uomo può mettere del suo, entrando in sintonia con ogni singola vite. Il mio ruolo, come vigneron, è solo di interpretare i fattori produttivi a disposizione: terreni che non posso cambiare, condizioni climatiche su cui non posso intervenire. Posso solo scegliere, offrendo una nuova lettura creativa, quale tipo di uva coltivare, come farlo e come vinificarla».
E per apprezzare al meglio l’intimità di questa porzione di Toscana? «Una passeggiata a cavallo è il modo migliore per esplorare il territorio al ritmo lento dettato dalla natura. Noi, ad esempio proprio alla lentezza irripetibile della Maremma abbiamo addirittura consacrato un luogo in azienda: la Rotonda della Meditazione, un cerchio di sassi di 15 metri con una quercia nel mezzo che domina i nostri vigneti».
Un piccolo consiglio, sedetevi qui nelle notti d’estate, è il posto ideale per apprezzare la bellezza della volta stellata.