Non usano diserbi a Montauto, tutta la raccolta viene eseguita a mano e c’è una cura maniacale in ogni fase del processo di vinificazione: «Siamo molto attenti all’igiene in cantina. La stabilizzazione del vino fatta al naturale con il freddo e tutte le energie che utilizziamo provengono da fonti rinnovabili».
Una gestione biologica e green a 360 gradi quindi, che affianca il rispetto della natura, a pulizia, mineralità e bevibilità. Sono infatti questi i quattro pilastri su cui si incentra tutta la filosofia portata avanti dalla famiglia Lepri.
E sempre nell’ottica della vocazione e del rispetto per questa terra e la sua storia millenaria, secondo Riccardo c’è un luogo in particolare che merita di essere visitato, il Parco Archeologico e Naturalistico di Vulci: «È uno dei più importanti insediamenti etruschi. Quando passeggio lungo quella che un tempo era la via principale, proprio dove si trovavano le botteghe degli artigiani, mi immagino di ritrovarmi al porto da dove partivano le barche cariche di anfore di vino per la Gallia. Allora mi sembra che si crei come un cordone invisibile che unisce i nostri vigneti ai vini che questa terra ci dona da sempre. E il tempo si annulla».
Non è quindi un caso che il sapore che per lui rappresenta al meglio la Maremma sia quello del grano Senatore Cappelli macinato a pietra: «un sapore antico, recente riscoperto. Un grano duro ma generoso come questo territorio, emblema di tradizione e biodiversità».
La Maremma è una terra che va scoperta rispettando i tempi che la natura e le stagioni dettano, senza fretta, in armonia con il contesto che ci circonda: «un’escursione a cavallo all’Alberese è un’esperienza che nessuno dovrebbe mancare di fare almeno una volta nella vita per assaporare cosa sia veramente questa terra. Qui vivono ancora gli ultimi butteri. Ci sono degli scorci così unici che sembrano fermare il tempo ad un orizzonte indefinito deve il passato si confonde con il presente e si perde nel futuro».