NON LASCIAMO SPAZIO ALLA CONTRAFFAZIONE

NON LASCIAMO SPAZIO ALLA CONTRAFFAZIONE.

La notizia pubblicata da WineMag - https://www.winemag.it/tignanello-falso-su-tannico/ - riguardo ad un presunto scandalo sulla vendita di una bottiglia di Tignanello contraffatto da parte di una importante piattaforma di vendita di vino on line, non può certamente passare inosservata.

La contraffazione è una piaga che da anni lacera il lavoro dei produttori creando, nel mercato, gravi danni di immagine non solo al singolo, ma spesso ad intere denominazioni.

Infatti, se fino a qualche anno fa, ad essere contraffatti erano principalmente i grandi vini internazionali pluri premiati, oggi ad essere prese di mira sono spesso intere denominazioni. Solo per fare alcuni esempi non si può non ricordare quanto accaduto al Brunello di Montalcino o al Chianti .

https://www.cittadelvino.it/articolo.php?id=MTc4 

https://www.firenzetoday.it/economia/falso-vino-polvere-internet-coldiretti.html 

La vicenda che ha coinvolto una piattaforma nota a livello internazionale - della cui buona fede non si può certo dubitare – ci impone di condividere alcune riflessioni sul sistema di distribuzione del vino italiano.

Oggi, la maggior parte dei vini, prima di arrivare al consumatore finale subisce una serie ripetuta di trasporti e stoccaggi per la buona parte completamente inutili. Dal produttore, all'eventuale distributore, dal distributore all'enoteca che fa anche da ingrosso, dall'enoteca al ristorante o al cliente. 

In tutto questo girovagare, non solo si possono inserire azioni come quelle descritte in apertura, ma soprattutto ed indipendentemente dai possibili falsi, a risentirne comunque ed in misura non secondaria, è certamente la qualità del vino.

Anche un grande prodotto di origine, dopo due o tre trasporti e diversi mesi di stoccaggio nei magazzini - o su uno scaffale - , non riuscirà certamente a conservare l'interezza delle qualità gustative ed organolettiche che il produttore, con fatica, aveva contribuito a creare. 

È proprio per questo che abbiamo cercato di sviluppare un modello di commercio etico che abbia come comune denominatore il rispetto.

Rispetto del lavoro del produttore, rispetto del vino, rispetto del cliente, rispetto dell’ambiente.

Ci spieghiamo meglio.

Ogni cliente che acquista su Vigneron.wine ha la certezza che il vino non solo provenga dal produttore (e ci stupiremmo del contrario; ancora vini che nascono sugli scaffali dei supermercati non ne conosciamo – quantomeno di persona -), ma che lo stesso sia spedito al cliente direttamente dal produttore. Dalla cantina a casa tua, sempre. 

Oltre a questo servizio - chiamato - Vendita Diretta - , ben sapendo che la certezza di origine e di conservazione è ancora più importante quando si parla di vecchie annate, abbiamo creato il servizio "Affina in cantina". Con quest'ultimo ogni appassionato può acquistare oggi le sue bottiglie preferite e farle affinare direttamente in cantina dal produttore per 5, 10 o anche 15 anni.

Il massimo della qualità ed il massimo della tracciabilità di filiera.

Siamo estremisti, lo sappiamo, ma quando accadono eventi come quello in apertura - molto meno rari di quello che si possa pensare - ci rendiamo conto dell'importanza di dare ai clienti non solo un vino, ma un rapporto umano che porta con sé la più importante garanzia. 

Ringraziamo WineMag per aver parlato del nostro progetto come esempio di tracciabilità di filiera e garanzia di qualità del prodotto - https://www.winemag.it/bottiglie-da-vendere-le-compriamo-noi-quella-campagna-che-fa-tremare-tannico/ .

Comprate su Tannico, comprate su Vino.75, comprate su Winelivery e comprate in enoteca. Se volete comprate anche su Vigneron.wine.  Insomma, comprate i grandi vini italiani.

 

 

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