Parlando con Donatella si capisce il profondo legame che la lega a questo territorio e alla sua unicità.
«Un grande vino, si fa da una grande uva, e una grande uva dipende solo dal terroir: un misto di clima, suolo, sottosuolo combinati insieme al lavoro dell’uomo e al suo saper fare. La vite è molto simile al legno: con uno stesso legno si può fare una trave o un violino, è compito dell’uomo costruire dall’uva uno Stradivari. Bisogna imparare ad ascoltare e a parlare alla vite, capire cosa ha da dirci. Nel nostro Paese ci sono più di 600 vitigni autoctoni, un patrimonio di biodiversità. Possiamo trovare una sorta d’accordo con la vite e produrre un grande vino nel rispetto della natura della vite stessa. È questa la strada italiana delle DOC e delle DOCG. Se si sceglie questa via, il vino diventa una chiave per capire il territorio, una cartolina liquida di quel territorio e solo di quello. La rappresentazione univoca di una determinata zona. La storia della vite si mescola con la storia dell’uomo che in quella specifica zona risiede».
Ma l’amore di Donatella per questa porzione di Toscana si capisce anche dai luoghi della cultura che consiglia di visitare ai suoi ospiti.
«Nel comune di Montalcino, due sono gli edifici assolutamente da vedere. L’Abbazia di Sant’Antimo, un assediamento molto colto, ricchissimo di opere d’arte e la Fortezza trecentesca che domina dall’alto il paese. La cultura e la forza, due valori che da sempre contraddistinguono questo luogo. Mentre a 12 chilometri dalla Fattoria del Colle c’è l’Abazia benedettina di Monte Oliveto Maggiore, un luogo di una bellezza straordinaria, situato in mezzo ad un boschetto di cipressi».
D’altronde come non amare la DOC Orcia? Questa si trova proprio nel cuore dell’area Unesco i cui scorci hanno reso la Toscana famosa in tutto il mondo. Un paesaggio iconico ed irripetibile che merita di essere scoperto seguendo il profilo morbido delle sue colline, vivendo ai ritmi lenti della sua quotidianità, assaporando i sapori unici della sua tradizione culinaria: «Come l’aglio a prova di bacio – specifica Donatella – il nostro aglione o aglio gigante ha degli spicchi enormi ma non contiene aglina. Viene usato per fare i pinci al pomodoro fresco. Solo quelli valgono il viaggio».
Ed una volta finita l’esplorazione? «Sedersi a riflettere o a leggere un libro sotto la Quercia delle Checche, nel comune di Pienza, una pianta secolare di 300 anni, con un tronco di quasi 5 metri di diametro e 18 metri di altezza». Benvenuti in Val d’Orcia.