Quando le si chiede quale sito culturale visitare, ci risponde che cultura e storia attengono a Villa Sardini al pari del vino e dell’olio: «A Villa Sardini tutto respira storia e cultura: da Scipione Sardini che nel XVI secolo divenne banchiere in Francia, a Giacomo Sardini, personaggio “leopardiano” a metà strada tra l’illuminismo e il romanticismo; dal pittore Lorenzo Viani, originario della Pieve, che raccontò questa terra e i suoi vini, al poeta Shelley, spesso ospite della famiglia Sardini, che pensò al nostro vento termico nella sua poesia “Ode al Vento dell’Ovest”. Per questo penso che la Cappella Sardini sia il posto da visitare. Questa sorta di mausoleo che Ludovico e Giacomo – zio e nipote – eressero in commemorazione dei 50 anni di lavoro che impiegarono per la realizzazione dell’intero complesso architettonico della Tenuta, racchiude per me tutto il fascino della storio di questo luogo».
Un luogo che ci regala anche scorci impareggiabili sul paesaggio circostante, aggiungiamo noi. Come la vista che si gode sulle mura di Lucca dalle Vigne dei Cabernet Franc a Carignano, o quella sulla Pieve di Santo Stefano dalla vigna del Syrah.
Per staccare dallo stress di una quotidianità iperattiva, Francesca ci suggerisce di regalarci un soggiorno in uno degli appartamenti da loro destinati all’accoglienza degli ospiti e di ritagliarci un paio d’ore per andare a leggere qualche pagina di un buon libro nell’orto invernale, tra le vigne del Syrah e del Sangiovese, proprio sotto il muro in rovina della Villa Sardina, là dove un tempo si collocavano i fastosi giardini alla francese progettati da Giacomo. Un posto riparato dove si sta bene anche nei mesi invernali.
Magari al rientro potremmo gustare un piatto di garmugia, la zuppa lucchese piuttosto sostanziosa preparata con le verdure dell’orto.
Ma se vogliamo veramente apprezzare l’essenza più intima e profonda dell’azienda Pieve Santo Stefano, Francesca ci invita a partecipare ad un laboratorio inclusivo del Progetto Scipione: «conoscere la squadra di operatori e ragazzi: ballare con loro le danze popolari, condividere esperienze di permacultura, scoprire le erbe aromatiche, fare il pane e la pizza nel forno a legna coinvolgendo anche gli ospiti che soggiornano a Villa Sardini… solo così si può dare un contributo personale alla costruzione di un’inclusione viva e reale, solo così si può capire veramente tutto il valore che questi giovani adulti hanno portato e portano quotidianamente alla nostra azienda».